ROMA - MUNICIPIO XI - Cosa succede nel quartiere


Iniziamo da oggi a monitorare il quartiere della nostra sede: tra Garbatella e San Paolo


Le Vostre segnalazioni sono le benvenute: potete commentare i nostri post oppure inviare emails a cittadinidelmondo2007@gmail.com


La storia della Garbatella



1920 - Il nome popolare e leggendario deriva dalla ostessa garbata che lavorava da queste parti.

Il nome pensato dai burocrati era Concordia, ad intendere quella pace sociale auspicata fra il governo e la popolazione.

Negli anni 30, diffusosi il nome di Garbatella, i burocrati fascisti della toponomastica , ritenuto un nome troppo popolare tesero a cambiare tale appellativo con il nome geografico più congruo di Remuria, città di Remo , per il richiamo all’area in cui l’antico cittadino avrebbe voluto fa sorgere l’insediamento antagonista a quello del fratello Romolo.

Il tempo però ha fatto la sua parte ed ancor oggi ci riferiamo al quartiere fuori le mura con il nomignolo che la tradizione orale ci ha tramandato.

La progettazione del quartiere nasce in un contesto di progettazione di ampliamento urbanistico e dello sviluppo in senso monumentale della città storica.
Da un lato gli sventramenti nel cuore capitolino (via della conciliazione) e dall’altro lo sviluppo industriale che correva lungo il fiume Tevere verso il mare rendeva necessaria la pianificazione di un’area popolare che potesse ospitare le maestranze impiegate nelle fabbriche e nella costruzione della ferrovia e dall’altro gli sfollati del centrocittà

Occorre immaginare negli anni 20 una Roma che rispettava i confini segnati dalle antiche mura e che oltre la Piramide si apriva la campagna attraversata dalla via Ostiense.
Ebbene, oltre il fiume Almone, affluente del Tevere si progettò un primo insediamento abitativo che rispettasse la vocazione dell’ambiente agreste.
Si trattava della prima fase: case in stile campagnolo, circondate di piccoli appezzamenti di terreno , spesso in condivisione, per consentire agli abitanti di avere il proprio orto.
La caratteristica di case-giardino permane anche nella prosecuzione dei lavori e nella costruzione dei lotti che vi ricomprendono sempre degli spazi comuni a verde, da condividere.

La seconda fase: riguarda l’edilizia cosiddetta intensiva delle case-albergo. grandi residenze volte ad ospitare il più ampio numero di famiglie in via transitoria. La caratteristica di questa fase è quella di creare delle strutture adibite a scopi sociali e per usi comuni: i bagni pubblici, il teatro il mercato, le mense, l’opera sociale delle madri e dell’infanzia in piena realizzazione di un ideale assistenzialistico e di limitare i metri quadri per famiglia ad uso esclusivo.

Infine segue la fase sperimentale, il concorso di idee. Lotti affidati a diversi architetti abbinati a ditte esecutrici per l’interpretazione della realtà locale. Ed è così che nei meandri delle piccole vie e viette che si intersecano troviamo una varietà di lotti diversi ed originali che si distinguono l’uno dall’altro.

Nessun commento: